Linda Raley ha creato Linda Moon d’impulso nel 2018. E’ con questo pseudonimo che ha dato alle stampe, edito da PAV Edizioni, il suo primo libro “Io diversa da me“. “La creazione di Linda Moon è la conseguenza positiva di un insieme di delusioni derivate da approcci negativi nel mondo dell’editoria – racconta – e da ciò è nata un autrice più determinata rispetto agli inizi e lo pseudonimo rispetta il mio nome di battesimo ma sostituisce un cognome difficile da scrivere e pronunciare. Moon proprio come “luna” perché mi piace l’idea di creare qualcosa di bello e complesso ma non irraggiungibile“.
Racconta in due righe la trama del libro.
“Il concetto, scritto in forma romanzata, parla del bivio in cui moltissime donne si imbattono, soprattutto al giorno d’oggi, ovvero conciliare famiglia e carriera. La protagonista, Lily, si ritrova circondata improvvisamente da persone che voltano le spalle al lavoro, raggiunto con tanti sacrifici, per pensare a creare una famiglia od organizzare il matrimonio come fosse l’unica cosa importante. Non condivide tali scelte, pensa che le persone attorno a lei stiamo sbagliando e quando è sul punto di intervenire, scopre di essere incinta e la cosa la sconvolge e l’entrata nella sua vita di una ragazza dalla discutibile somiglianza, con cui percepirà una strana e singolare attrazione, metterà in dubbio tutte le sue certezze“.
Ci racconti la copertina del libro, molto bella e particolare?
“Grazie! La copertina nasce contro la mia volontà. Nel senso che avevo alcune idee ma la casa editrice mi ha suggerito di mettermi in copertina. Ho così acconsentito a farmi fotografare – si sa ogni creativo è molto critico verso se stesso – ma quando ho visto il risultato finale e convinta dalla casa editrice che approvava appieno, ho deciso di confermarla e devo dire che dopo qualche dubbio ho iniziato ad apprezzarla pure io”.
Quanto è difficile per una donna conciliare carriera e famiglia?
“Io posso rispondere sulla base delle esperienze di parenti e amiche che mi sono vicine. Non ho figli, ma so per certo che è impegnativo e che a volte, purtroppo, una donna-madre si sente pure in colpa per non riuscire a passare più tempo con i propri figli. Ricordo un episodio in particolare. Un’amica era impegnata con un cliente, doveva terminare un lavoro per una imminente consegna e dopo aver rimandato per la seconda volta la lezione di karatè di suo figlio, era inconsolabile. Avevo la sensazione che pensasse di averlo profondamente deluso e io per qualche istante mi sono sentita male per lei. Pareva davvero affranta…”.
E’ possibile al giorno d’oggi far coesistere le due ambizioni, quella di avere una brillante carriera e quella di avere una famiglia?
“E’ possibile, ma difficile. Come già detto, io non ho famiglia ma ho molte amicizie impegnate in matrimoni e figli ed è inevitabile che se ne parli. Un tempo io e le mie amiche parlavamo di tante cose. Era incredibile quello che ci raccontavamo in un’ora. Invece adesso, e lo dico molto affettuosamente, è difficile iniziare e finire un discorso perché ci sono i bambini presenti o anche solo tanti pensieri in merito. L’amica preoccupata per il comportamento della figlia. L’amico preoccupato per l’apprendimento della figlia perché l’insegnate non sembra fare il suo dovere. Le preoccupazioni di portare i risultati a lavoro perché le scadenze si presentano sempre puntuali. Sempre di corsa. Sempre a organizzare l’iter di viaggio dei bambini e le soste dai nonni o dalla baby-sitter. E’ difficile, a volte pesante, ma non impossibile. O almeno così mi dicono…”.
Come definiresti il tuo libro? In una libreria, in quale scaffale lo inseriresti?
“Lo definisco un romanzo dei tempi moderni. Parla attraverso una storia per la maggior parte frutto di fantasia, del concetto che vede la donna d’oggi, quindi di questi ultimi anni, alle prese con lo scindersi tra famiglia e carriera”.
Il libro è ambientato a New York, per quale motivo hai avuto la necessità di ambientarlo proprio lì, ci sei mai stata, e se si, ci racconti cosa ti ha colpito della Grande Mela?
“Incredibile ma vero, non sono mai stata a New York, ma spero di andarci molto presto! L’ho ambientato in questa città perché chiunque me ne parli mi racconta sempre di quanto stupenda e magica sia questa città e ho pensato che fosse lo sfondo ideale per le avventure della protagonista”.
Quando è arrivata la scrittura nella tua vita?
“A cavallo tra il 2011 e il 2012. Improvvisamente e scrivendo proprio questo romanzo!”.
Il libro è stato scritto nel 2012… perché è rimasto chiuso nel cassetto per tutto questo tempo?
“Perché ho ricevuto proposte indecenti da alcune case editrici e mi sono avvilita dopo un po’ arrivando a rinunciare a darmi una possibilità nel mondo dell’editoria”.
Che tipo di scrittore sei? Impulsivo, organizzato, caotico, metodico…
“Sono tutto e niente. Dipende da che cosa scrivo. C’è il giorno in cui tiro fuori un racconto dal nulla, altri mi organizzo per creare l’atmosfera giusta. Scrivo in base all’umore e al tipo di storia che voglio raccontare e agisco di conseguenza!”.
Cos’è per te la scrittura: una dipendenza, un’ossessione, una terapia…
“Direi una terapia. Mi piace scrivere e mi fa stare bene. Ho tante cose da dire e a volte raccontarle tramite storie, anche brevi, è un modo per esternare un caos di emozioni che se altrimenti trattenuto mi farebbe impazzire!”.
Hai il controllo sui tuoi personaggi o ti lasci trascinare?
“Ho il pieno controllo! Sono tutti addestrati ad obbedirmi (ahahha)”.
Decidono di fare un film dal tuo libro e tu hai la possibilità di decidere il cast: quale attore ingaggeresti?
“Innanzitutto svengo! Poi appena mi riprendo chiamo al telefono Zoe Saldana per il ruolo di Lily e Bradley Cooper per il ruolo di Matt!”.
Ascolti musica mentre scrivi?
“A volte sì, a volte no. Dipende da che cosa sto scrivendo…”.
Consiglia una playlist per il lettore che voglia immergersi nel tuo libro ascoltando qualcosa.
“Direi le musiche composte da Borrtex, le stesse che utilizzo per le presentazioni che faccio quando vengono letti alcuni estratti del libro”.
A quale pubblico vuoi rivolgerti con il tuo libro?
“A tutte le donne, soprattutto a chi si trova ad un bivio della propria vita come la protagonista del romanzo, Lily, indecisa su cosa scegliere tra famiglia e carriera”.
Qual è la tua scrittrice preferita?
“Mi piacciono Anais Nin, Margaret Mazzantini, Violetta Bellocchio, Jose Samarago e Natsuo Kirino“.
Scrivici qui un passo del tuo libro che ami rileggere e raccontacelo.
Feci per andare verso la camera, ma Matt continuò a parlare. “Stamattina ho cercato le pillole per dormire. Volevo essere sicuro che ne avessimo. Ultimamente sono molto stressato e ho bisogno di dormire. Ho cercato nel cassetto in cucina, ma non le ho trovate”. Mi ricordai di averle prese io. “Ho lasciato la scatola nel mio cassetto in camera. Vado subito a prenderla”. Matt mi fermò. “Non ce n’è bisogno”. Si era girato verso di me e in mano aveva la scatola con le pillole. “Le ho trovate nel tuo cassetto Lily e oltre a quelle ho trovato anche questi fogli”. Nell’altramano teneva i risultati dei test di gravidanza e alcuni opuscoli. Volevo scomparire all’istante. “Matt… ”. Non distoglieva gli occhi da quelle carte, poi mi guardò di scatto. “Lily, sei incinta?”. Mi avvicinai di qualche passo, mi feci coraggio e gli risposi. “Sì”. I suoi occhi mi squadravano. “E perché assieme ai test di gravidanza ci sono degli opuscoli sull’aborto?”. Chiusi gli occhi per qualche secondo, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Matt aspettava che gli rispondessi. “Io…”. Buttò violentemente a terra carte e pillole e si rivolse a me, alzando la voce. “Dimmi che cosa ci fanno degli opuscoli sull’aborto assieme ai risultati dei test di gravidanza! Lily!”.
“…direi che non c’è molto da dire… se non quello di leggere il libro per scoprire che cosa è successo prima e che cosa succederà poi…”.
Parlaci della promozione di questo libro e delle attività creative che vengono proposte durante le tue presentazioni.
“Ci sto mettendo anima e corpo nella promozione! E ho deciso sin da subito di fare presentazioni particolari, che potessero coinvolgere anche il pubblico. Collaboro con artisti, giovani attori e ballerine e ogni volta creiamo qualcosa di particolare. L’idea è di emozionare il pubblico e trasmettere le parole del libro e il suo messaggio a ognuno di loro. Voglio che si sentano parte di esso, seppur per poco tempo”.
Farai aspettare i tuoi lettori altri sei anni prima di veder pubblicato il secondo libro?
“Assolutamente no! L’idea è di fare l’esatto contrario questa volta!”.
Ultima domanda: il tuo libro preferito, quello che avresti voluto scrivere e uno che odi profondamente.
“Mi dispiace ma non ho ne un preferito ne un odiato! Non ancora! (ahahah)”.